True lies
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Author: Gianpiero Pescarmona
Date: 19/09/2008

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Referees do insider trading

A comparison of conflict of interest policies at peer-reviewed journals in different scientific disciplines

Reporting Science and Conflicts of Interest in the Lay Press 2007

Lo studio, farmaci innovativi riducono spesa per Ssn

Roma, 13 lug. (Adnkronos Salute) - Tacciati da sempre come troppo costosi, i farmaci di nuova generazione potrebbero al contrario portare risparmi per le casse, spesso malconce, del Servizio sanitario nazionale. A riscattare le molecole cosiddette innovative due ricerche presentate oggi a Roma e firmate da Bengt Jonsson e Gisela Kobelt, della Stockolm School of Economics e del Karolinska Institutet.Mentre il nostro Ssn si appresta a sposare la formula 'meno ospedale, più territorio', risulta sempre più evidente, secondo i due studi presentati al convegno 'Accesso e valore dei nuovi farmaci in Italia', la necessità di una riprogrammazione delle risorse. E, a detta dei due studiosi, non è l'innovazione a pesare sulla spesa farmaceutica, compresa quella ospedaliera. Prendendo in esame due casi - l'artrite reumatoide e la sclerosi multipla - l'applicazione di nuovi farmaci biologici potrebbe permettere una migliore adesione alla terapia da parte del paziente e una riduzione dei cosiddetti costi indiretti di queste due malattie fortemente invalidanti.Si calcola, infatti, che nel caso dell'artrite reumatoide il costo medio per paziente, stimabile in 11.550 euro l'anno, sia così composto: il 28% per perdita produttiva, il 26% in assistenza informale, il 10% in costi diretti non medici, a fronte di un 6% legato ai farmaci biologici di nuova generazione. Stesso discorso per la sclerosi multipla. Il costo annuale per paziente con sclerosi multipla è infatti stimabile in 37.350 euro, il 37% dovuto a perdita produttiva, il 26% ad assistenza informale, il 10% a costi diretti non medici e il 14%, infine, ai nuovi farmaci biologici. Da qui, secondo le due ricerche, si evince come l'innovazione farmaceutica permetta di migliorare l'efficacia clinica della terapia e, dunque, ridurre i costi diretti e indiretti legati a doppio filo con la patologia.Eppure l'Italia, sul fronte farmaci innovativi, a volte è il fanalino di coda del Vecchio Continente. Nell'adozione delle terapie più avanzate è ben al di sotto della media europea, ad esempio, nella cura dell'artrite reumatoide, con un 6,3% di pazienti trattati con terapia biologica contro il 12% registrato a livello europeo. Le cose non cambiano molto sui trattamenti antitumorali, sia per ritardi burocratici che per il basso livello d'uso.Ma non sempre il nostro Paese arranca. Per quanto riguarda i pazienti con sclerosi multipla in terapia biologica, al contrario, l'Italia si colloca infatti al di sopra della media europea (rispettivamente 47% e 38%). Senza tuttavia dimenticare, come sottolineato gli addetti ai lavori riuniti all'incontro capitolino promosso da Italian American Pharmaceutical Group (Iapg), le differenze esistenti nelle diverse Regioni, con alcune realtà in cui l'accesso alle terapie più evolute si trasforma in una sorta di miraggio.

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