Hibiscus sabdariffa da spstare
Phytochemicals

Author: Silvia Di Gregorio
Date: 22/02/2012

Description

L’hibiscus sabdariffa (HS) è una pianta tropicale facente parte della famiglia delle Malvaceae; cresce prevalentemente in Africa occidentale, Asia sud-orientale e in America centrale. È conosciuta con varî nomi (flor de Jamaica, karkadè – che indica piuttosto il fiore – o anche roselle). È utilizzata come erba medicinale dalla medicina tradizionale per i suoi effetti diuretici e ipotensivi, ma anche per curare disturbi gastrointestinali, l’ipercolesterolemia, malattie del fegato e febbre.

Gli estratti dei calici di questa pianta sono caratterizzati dalla presenza di flavonoidi, steroli, polisaccaridi, acidi organici. I flavonoidi sono gli elementi di maggior interesse negli studi condotti per verificarne l’efficacia medica, in particolare le antocianidine (omologhi senza zucchero degli antociani) delfinina 3-O-glucoside, delfinina 3-O-sambubioside, la antocianina cianidina 3-O-sambubioside e il flavonolo quercetina.

Studi effettuati su ratti spontaneamente ipertesi (1) e su ratti 2K-1C (2 kidney - 1 clip)(2), confrontati con ratti normotesi, hanno dimostrato un’effettiva riduzione sia della pressione arteriosa sistolica (PAS) sia della pressione arteriosa diastolica (PAD) dell’ordine di 10-20 mmHg. Gli studi sono stati condotti anche su uomini e donne ipertesi con diminuzione dei valori pressori, anche se di minore entità. I risultati tra i vari studi presentano leggere differenze dettate dalle diverse dosi di somministrazione e dai tempi di infusione dei calici dell’ibisco, ma hanno comunque evidenziato l’efficacia, già nell’arco di qualche settimana, dell’assunzione della bevanda.

I contenuti fenolici dell’Hibiscus sabdariffa prima citati, in particolare la delfinina-3-O-sambubioside e la cianidina-3-O-sambubioside (3) esplicano la loro azione antipertensiva andando ad inibire l’ACE (Angiotensin I Converting Enzyme) (4), non consentendo così la sintesi di angiotensina II. L’effetto diuretico della bevanda porta ad una diminuzione della volemia e quindi alla diminuzione della pressione arteriosa; di pari passo diminuirà pertanto la pressione a livello dell’arteriole afferenti glomerulari a livello renale, e ciò causerà una diminuzione del GFR (glomerular filtration rate). La diminuzione di liquido filtrato all’interno del nefrone e la diminuzione di NaCl che si riscontra a livello del tubulo contorto distale, fanno sì che le cellule della macula densa rilevino tale decremento di concentrazione (tramite il cotrasportatore Na+-K+-Cl-). Ne deriverà una minor produzione e rilascio di adenosina: questo di per sé tende a ristabilire il tasso di filtrazione poiché si ha dilatazione dell’arteriola afferente al glomerulo e costrizione di quella efferente; inoltre non ci sarà più l’inibizione della stessa adenosina a livello delle cellule granulari dell’apparato iuxtaglomerulare, e verrà così permessa la liberazione di renina (questo secondo meccanismo dovrebbe portare all’aumento della pressione arteriosa sistemica e al ripristino di un maggior tasso di filtrazione, sommato anche all’effetto diretto dell’adenosina sui vasi). Tuttavia la produzione di angiotensina II da angiotensina I verrà inibita, come già detto, e non si otterrà l’effetto vasocostrittore desiderato a livello sistemico: ne deriva un calo della pressione arteriosa sistemica non controbilanciato dal sistema renina-angiotensina-aldosterone. Ciò giustifica l’abbassamento di 5-10 mmHg della pressione sanguigna nei pazienti ipertesi che si sono osservati nei diversi studi.

L’aldosterone, la cui liberazione dalla corteccia surrenalica è stimolata dall’angiotensina II, agisce a livello nucleare nelle cellule principali del tubulo contorto distale e nel dotto collettore, causando un aumento della sintesi e dell’attività sia della Na+/K+ ATPasi sia dei canali passivi per il sodio (ENaC). Il blocco dell’ACE previene tale effetto e in aggiunta inibisce anche l’azione dell’angiotensina II sul rilascio di ADH, diminuendo così il riassorbimento di H2O a livello del dotto collettore, con un aumento del volume di urine escrete.

Un altro importante effetto a livello renale è quello esercitato dalla quercetina. Due studi (5) hanno infatti correlato l’aumento di diuresi, dopo l’assunzione di estratti di Hibiscus, con l’azione di questo flavonolo. Sembrerebbe infatti che vi sia un’inibizione dell’attività della Na+/K+ ATPasi a livello renale; in particolare non c’è influenza sulla sintesi di tale pompa, ma sull’affinità che essa ha per in Na+, probabilmente modificando tale enzima durante la sua sintesi o maturazione. Ne consegue un’aumentata concentrazione intracellulare di Na+, che potrebbe rafforzare il suo aumento di concentrazione nel lume tubulare in aggiunta alla mancata azione dell’aldosterone prima descritta. Questo sembrerebbe giustificare l’aumento di [Na+] nelle urine riscontrato in alcuni studi (6).

Un altro effetto dell’estratto di ibisco sembra essere la sua induzione ad un rilassamento dei vasi per azione del NO. Tale risultato è ottenuto dall’azione sia della quercetina sia della delfinidina. Uno studio effettuato su anelli di aorta isolati (7) ha dimostrato l’effetto rilassante dell’estratto di Hibiscus sabdariffa dovuto ad una stimolazione di eNOS. L’aumento di attività della NO sintasi endoteliale (eNOS) porta ad un incremento della [NO] che diffonde poi nelle cellule muscolari lisce adiacenti; si ha perciò una stimolazione dell’attività della guanilato ciclasi solubile (l’NO infatti va legarsi sul gruppo prostetico eme della guanilato ciclasi) con produzione di cGMP, il che comporta un minor ingresso di Ca2+ nelle cellule muscolari lisce dei vasi arteriolari (il cGMP porta ad attivazione di alcune chinasi che inibiscono l’attività delle fosfolipasi, fosforilano e quindi inattivano il recettore per l’IP3, inibendo quindi l’ingresso di calcio dai canali voltaggio dipendenti e stimolando l’estrusione del catione dal citosol attivando lo scambiatore Na+-Ca2+), con effetto rilassante.

L’angiotensina II a livello delle cellule muscolari lisce vasali si lega ai recettori AT1, che aumentano l’ingresso di Ca2+ nella cellula, sia agendo direttamente sui canali di membrana sia attivando, tramite una Gq la PLC con seguente incremento di IP3 che permette l’apertura dei canali del calcio recettori dell’IP3 del reticolo sarcoplasmatico. Questo aumento della contrazione è inibito dall’azione dell’Hibiscus sabdariffa sull’ACE, e il tutto va a sommarsi all’effetto rilassante dell’NO prima descritto.

References:
(1) P. C. ONYENEKWE, E. O. AJANI, D. A. AMEH AND K. S. GAMANIEL, 1999. Antihypertensive Effect of Roselle (Hibiscus sabdariffa) Calyx Infusion in Spontaneously Hypertensive Rats and a Comparison of its Toxicity with that in Wistar Rats.
(2) I.P. Odigie, R.R. Ettarh, S.A. Adigun, 2003. Chronic administration of aqueous extract of Hibiscus sabdariffa attenuates hypertension and reverses cardiac hypertrophy in 2K-1C hypertensive rats.
(3) Deyanira Ojedaa, Enrique Jiménez-Ferrerb, Alejandro Zamilpab, Armando Herrera-Arellanob, Jaime Tortoriello b, Laura Alvarez, 2010. Inhibition of angiotensin convertin enzyme (ACE) activity by the anthocyanins delphinidin- and cyanidin-3-O-sambubiosides from Hibiscus sabdariffa.
(4) Lucas Actis-Gorettaa, Javier I. Ottaviania, Carl L. Keenb, Cesar G. Fraga, 2003. Inhibition of angiotensin converting enzyme (ACE) activity by flavan-3-ols and procyanidins;
Deyanira Ojedaa, Enrique Jiménez-Ferrerb, Alejandro Zamilpab, Armando Herrera-Arellanob, Jaime Tortoriello b, Laura Alvarez, 2010. Inhibition of angiotensin convertin enzyme (ACE) activity by the anthocyanins delphinidin- and cyanidin-3-O-sambubiosides from Hibiscus sabdariffa.
(5) L. MEZESOVA1, M. BARTEKOVA1, V. JAVORKOVA1, J. VLKOVICOVA1, A. BREIER2, N. VRBJAR,2010. EFFECT OF QUERCETIN ON KINETIC PROPERTIES OF RENAL Na,K-ATPase IN NORMOTENSIVE AND HYPERTENSIVE RATS;
Javier Alarcón-Alonsoa,b, Alejandro Zamilpaa, Francisco Alarcón Aguilarc, Maribel Herrera-Ruiza, Jaime Tortoriello a, Enrique Jimenez-Ferrer,2012. Pharmacological characterization of the diuretic effect of Hibiscus sabdariffa Linn (Malvaceae) extract.
(6) Javier Alarcón-Alonsoa,b, Alejandro Zamilpaa, Francisco Alarcón Aguilarc, Maribel Herrera-Ruiza, Jaime Tortoriello a, Enrique Jimenez-Ferrer,2012. Pharmacological characterization of the diuretic effect of Hibiscus sabdariffa Linn (Malvaceae) extract.
(7) M. Ajay a, H.J. Chai a, A.M. Mustafa a, A.H. Gilani b, M.R. Mustafa,2007. Mechanisms of the anti-hypertensive effect of Hibiscus sabdariffa L. calyces

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