La calcolosi (o litiasi) delle vie urinarie è una patologia di frequente riscontro associata ad alta morbilità ed alti costi economici e sociali. Si calcola che in Italia ogni anno vi siano circa 170.000 nuove diagnosi di calcolosi e che circa il 7% di tutta la popolazione sia portatore di un calcolo delle vie urinarie.
Il calcolo non è altro che una "pietra" formata dalla aggregazione di alcuni minutissimi cristalli presenti nelle urine. Una volta formatosi, il calcolo può rimanere a livello renale e con il tempo può crescere di volume fino a causare una perdita della funzionalità renale. Alternativamente il calcolo può migrare lungo l'uretere e determinare una ostruzione del flusso urinario lungo l'uretere: si creano in tal modo i presupposti per la cosiddetta colica renale ovvero un dolore acuto altalenante, a carico della regione lombare che può irradiarsi anteriormente fino al testicolo nell'uomo o al grande labbro vaginale nella donna. Nella maggior parte dei casi il calcolo migra spontaneamente fino alla vescica da dove viene espulso durante la minzione.
Eziologia e patogenesi
Negli USA circa l'80% dei calcoli è composto di Ca, principalmente ossalato di calcio; il 5% è di acido urico; il 2% di cistina; il rimanente è di fosfato di ammonio e magnesio (struvite o calcoli "da infezione"). Circa il 5% dei pazienti che forma calcoli di ossalato di calcio ha un iperparatiroidismo primario. Altre cause meno frequenti sono la sarcoidosi, l'intossicazione di vitamina D, l'ipertiroidismo, l'acidosi tubulare renale, il mieloma multiplo, il cancro metastatizzato e l'iperossaluria primaria. Calcoli di acido urico si sviluppano con l'aumento dell'acidità urinaria, che cristallizza l'acido urico indissociato. Calcoli di cistina sono diagnostici di cistinuria (v. Anomalie nel Trasporto Renale nel Cap. 261). Calcoli di fosfato di ammonio magnesico (struvite) indicano la presenza di una IVU causata da batteri che decompongono l'urea. I calcoli devono essere trattati come corpi estranei infetti. Diversamente da altri tipi di calcoli, quelli di fosfato di ammonio magnesico si ritrovano principalmente nelle donne.
Il calcolo da Proteus Mirabilis è un calcolo composto da fosfato d'ammonio e magnesio (struvite).
P. mirabilis è un batterio Gram negativo, anaerobio facoltativo, mobile per la presenza di flagelli peritrichi. Ha un'attività ureasica caratteristica. È il responsabile del 90% delle infezioni da Proteus.
Fisiologia e struttura
P. mirabilis può utilizzare l'urea e il citrato. Può produrre solfato d'idrogeno e può formare una patina translucida nei normali terreni di coltura. Può essere comunemente isolato nell'intestino di individui sani. Inoltre è incapace di fermentare il lattosio, caratteristica che lo qualifica come Enterobacteriaceae LAC negativo o LAC meno.
Patogenesi e profilo clinico
P. mirabilis è in grado di sostenere quadri infiammatori grazie alla presenza del lipopolisaccaride e dell'ureasi. Quest'ultima, producendo ammoniaca provoca lisi cellulare e digestione della matrice organica. La alcalinizzazione dell'urina provoca precipitazione di cristalli di calcio e struvite che, trascinati nelle vie urinarie, provocano sanguinamento, infiammazione e ostruzione. P. mirabilis è in grado di sostenere anche quadri sistemici caratterizzati da batteriemia e polmonite, soprattutto nei pazienti ospedalizzati.
-Parentesi sull'UREASI BATTERICA a fondo pagina:
Profilo diagnostico
P. mirabilis è in grado di crescere in agar sangue e agar cioccolato, producendo caratteristiche colonie biancastre e sciamate (bordi diffusi, dovuti al movimento del batterio). La sciamatura è più estesa in agar sangue piuttosto che in agar cioccolato, caratterizzato da cottura che rende le maglie dell'agar più strette. L'odore caratteristico fetido e cadaverico delle colonie, affiancanto al riscontro di attività catalasica positiva - ossidasica negativa e all'incapacità di fermentare il lattosio in Agar MacConkey è un elemento importante per la diagnosi di infezione da P. mirabilis.
Prevenzione, trattamento e controllo
Devono essere evitati i cateterismi a lungo termine e la terapia antibiotica ad ampio spettro. La doxiciclina è il farmaco di elezione, mentre si è riscontrata forte resistenza verso ampicillina e cefalosporine. Le infezioni sostenute da P. mirabilis tendono ad essere recidive: è dunque consigliato l'uso dell'antibiogramma per evitare la comparsa della resistenza.
UREASI BATTERICA
L'ureasi è un enzima, appartenente alla classe delle idrolasi, che catalizza l'idrolisi dell'urea in biossido di carbonio e ammoniaca con la seguente reazione:
(NH2)2CO + H2O = CO2 + 2 NH3
Nel 1926 James Sumner dimostrò, tramite tecniche di cristallografia, che l'ureasi è una proteina. Con questo ed esperimenti successivi dimostrò l'ipotesi secondo cui tutti gli enzimi fossero di natura proteica. L'ureasi è stata successivamente trovata anche nei batteri, lieviti e in alcune piante.
Caratteristiche
L'enzima presenta nel sito attivo un atomo di nickel bivalente (Ni II)
Il peso molecolare dell'enzima è di 480 dalton o 545 dalton a seconda della specie (peso dedotto in base alla sequenza degli amminoacidi)
Il pH ottimale (optimum) è 7,4
La temperatura ottimale è di 60 gradi Celsius
La specificità enzimatica è pre l'urea e l'idrossiurea
Sono inibitori enzimatici i metalli pesanti analoghi al nickel
Struttura
La struttura è composta da subunità alfa e beta in rapporto di 3:3 (l'immagine sopra rappresenta solo una porzione rispetto all'enzima completamente assemblato). Una struttura particolare di ureasi è stata riscontrata in Helicobacter pylori, dove si combinano quattro copie dell'enzima (costituito da sei subunità): l'enzima ha nel complesso una forma tetraedrica ed è quindi formato in tutto da 24 subunità (α12β12). Questa organizzazione superiore conferisce stabilità addizionale all'enzima, che, in questo organismo, ha l'importante funzione di produrre ammoniaca per neutralizzare l'effetto degli acidi gastrici.