Human Immunodeficiency Virus (HIV)
Viruses

Author: Eugenio Federico Gamerro
Date: 29/05/2007

Description

HIV and AIDS are two differet things : a good education about it is necessary

Human immunodeficiency virus ( HIV ), is a retrovirus that causes the acquired immunodeficiency syndrome ( AIDS , a condition in which the immune system begins to fail, leading to opportunistic infections that get more and more severe throughout the disease's developement, till when the host dies).

Infection with HIV occurs by the transfer of blood, semen, vaginal fluid, pre-ejaculate, or breast milk. Within these body fluids, HIV is present in two different ways:

It is possible to find HIV in the saliva , tears, and urine of infected individuals, but there are no recorded cases of infection by these secretions, and the risk of infection is minimal.

The three major routes of transmission are:

  • unprotected sexual intercourse;
  • contaminated needles;
  • transmission from an infected mother to her baby at birth, or through breast milk.

Screening of blood products for HIV in the developed world has largely eliminated transmission through blood transfusions or infected blood products in these countries.

HIV primarily infects vital cells in the human immune system such as helper T cells (specifically CD4 T cells), macrophages and dendritic cells.

HIV infection leads to low levels of CD4+ T cells through three main mechanisms:
* direct viral killing of infected cells;
* increased rates of apoptosis in infected cells;
* killing of infected CD4+ T cells by CD8 cytotoxic lymphocytes that recognize infected cells.

When CD4+ T cell numbers decline below a critical level, cell-mediated immunity is lost, and the body becomes progressively more susceptible to opportunistic infections.

Structure

HIV is different in structure from other retroviruses. It is around 120 nm in diameter (60 times smaller than a red blood cell) and roughly spherical.

HIV genome is composed of two copies of single stranded RNA, enclosed by a conical capsid.
This is in turn surrounded by a plasma membrane of host-cell origin. The single strand RNA is tightly bound to the nucleocapsid proteins p7 and enzymes that are indispensable for the development of the virion, such as reverse transcriptase and integrase.
The nucleocapsid associates with the genomic RNA (one molecule per hexamer) and protects the RNA from digestion by nucleases.
A matrix composed of an association of the viral protein p17 surrounds the capsid, ensuring the integrity of the virion particle.
The envelope is formed when the capsid buds from the host cell, taking some of the host-cell membrane with it.
The envelope includes the glycoproteins gp120 and gp41.

Replication cycle

Hiv, cellule T e proliferazione omeostatica
L'Hiv persiste in un reservoir di linfociti T Cd4+ con infezione latente nei soggetti trattati con terapia HAART. Esso persiste prevalentemente nelle cellule T(CM) nei soggetti che presentano la ricostituzione del compartimento CD4+ dopo la terapia: si tratta di un reservoir che viene mantenuto tramite la sopravvivenza delle cellule T e la proliferazione di basso livello guidata dagli antigeni, tendendo a scomparire lentamente nel tempo. Nelle cellule T™ invece si rileva preferenzialmente il DNA provirale nei soggetti aviremici con una bassa conta CD4+ e maggiori livelli di proliferazione omeostatica IL-7-mediata, un meccanismo che assicura la persistenza di queste cellule. Tutto ciò suggerisce che sarebbe possibile ottenere l'eradicazione virale tramite l'uso combinato di interventi strategici mirati contro la replicazione virale e, come accade nei tumori, farmaci che interferiscano con il rinnovamento e la persistenza di cellule T della memoria proliferanti. (Nat Med online 2009, pubblicato il 21/6)

Comments
2011-06-17T12:57:04 - Annamaria Vernone

Il virus HIV causa l’AIDS, che è quindi una patologia infettiva.

Un test individua la presenza degli anticorpi e quindi del virus che può avere un periodo di latenza fino a decine di anni.
I farmaci antiretrovirali (AZT in testa) combattono la diffusione del virus e allungano la vita.
Un soggetto, nella prassi, viene classificato malato conclamato di AIDS quando si verificano due condizioni: è positivo al test HIV e presenta i sintomi di almeno una delle 29 patologie considerate possibili conseguenze: Polmonite, Linfoma, Diarrea, Herpes Simplex, Sarcoma di Kaposi,TBC, Candidiasi.

Peter H. Duesberg Peter H. Duesberg, Ph.D. è un Professore del Dipartimento di Biologia Molecolare e Cellulare dell'Università della California a Berkeley.

Duesberg ha messo in discussione l'ipotesi di una correlazione diretta tra virus HIV e AIDS sulle pagine di prestigiose riviste scientifiche ed ha suggerito l'ipotesi che le diverse malattie che sono incluse nella sindrome detta AIDS, siano causate dall'uso prolungato di cocaina, di eroina, di droghe "ricreative" e dall'uso stesso dei farmaci anti-HIV, quali l'AZT, prescritto per prevenire o trattare l'AIDS.

The AIDS Dilemma : drug diseases blamed on a passenger virus by Peter Duesberg & David Rasnick Genetica 104: 85-132. 1998

2009-10-06T18:13:49 - Gianpiero Pescarmona

La vitamina D riduce il rischio di trasmissione Hiv
Il livello di vitamina D materno può condizionare la trasmissione del virus dell'Hiv alla progenie. In particolare, secondo quanto emerso da un report pubblicato su Journal of Infectious Disease, bassi livelli favoriscono la trasmissione della malattia. Un dato di particolare significato nelle zone a risorse limitate. Saurabh Mehta e colleghi dell'Università di Harvard, hanno preso in esame 884 donne sieropositive in gravidanza, che stavano partecipando a un trial in Tanzania per la supplementazione di vitamine. Al termine dell'indagine non è stata riscontrata alcuna associazione tra i livelli di vitamina ed esiti avversi della gravidanza, mentre è stata osservata una associazione con la trasmissione del virus da madre a figlio. Basse quantità vitaminiche (inferiori a 32 ng/ml) sono state associate a un rischio del 50% di trasmettere il virus a sei settimane. Tra i piccoli non infettati a sei settimane il rischio di contrarre l'infezione è comunque doppio con l'allattamento. In aggiunta su oltre 24 mesi di follow-up, i bambini nati da madri con bassi livelli di vitamina D hanno un 61% di probabilità in più di morire. Dati da confermare, spiegano i ricercatori, ma che se confermati "renderebbero la supplementazione con vitamina D un metodo poco costoso di ridurre la mortalità infantile e di prevenire la trasmissione madre-figlio del virus".(M.M.)

Journal of Infectious Disease 2009; 200: 1022-1030

2007-06-07T14:53:41 - Fancesco Delfino

Si sono riscontrati nuovi approcci nella terapia contro l'infezione da HIV type-1 tenendo in considerazione l'inibizione del lisosoma e del proteasoma:
Inhibition of Lysosome and Proteasome Function Enhances Human Immunodeficiency Virus Type 1 Infection
Delfino Francesco (Spec. Patologia Clinica II anno)

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fileuserdate
Risk of infection.bmp27754730/05/2007
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