Cardiologia
Coronaropatie: compromissione endoteliale inficia esiti
I pazienti coronaropatici con funzionalità vasomotoria endoteliale persistentemente danneggiata nonostante una terapia ottimale vanno incontro ad esiti peggiori rispetto a coloro la cui funzionalità endoteliale migliora con la terapia. Era stato precedentemente dimostrato che la funzionalità endoteliale ha un impatto negativo sugli esiti cardiovascolari, ma rimaneva da accertare se vi sia un'associazione fra disfunzioni endoteliali reversibili ed esiti nei pazienti con coronaropatie e carico arteriosclerotico avanzato. E' stato suggerito che la misurazione periodica della dilatazione arteriosa flusso-mediata potrebbe essere utile ai fini della stratificazione del rischio in questi pazienti. (J Am Coll Cardiol 2009; 53: 323-33)
Dopo aver valutato i dati epidemiologici degli ultimi 10 anni, l'Istituto superiore di sanità (Iss) ha aggiornato la carta del rischio cardiovascolare. Secondo quanto annunciato nell'ambito della IV Conferenza nazionale sulla prevenzione cardiovascolare in Italia, appena conclusasi ieri a Roma e promossa da Anmco, Fondazione "Per il tuo cuore"- Hcf e Iss, l'aggiornamento è stato possibile grazie all'inclusione nel database del "Progetto Cuore" della coorte dell'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare arruolata nel 1998. Ciò ha permesso di arrivare a un numero complessivo di soggetti monitorati pari a 10.233 uomini e 15.895 donne di età compresa tra i 35 e i 74 anni, sui quali sono stati raccolti e validati 932 eventi coronarici (233 fatali) e 471 cerebrovascolari (152 fatali) occorsi in un tempo mediano di 10 anni. L'aggiornamento della carta contiene un quinquennio in più (70-74 anni) rispetto alla precedente effettuata nel 2003.
«Dai dati - si legge in una nota Iss - emerge che, dal 1998 al 2008, negli uomini si rileva un aumento significativo di obesità, dal 19% al 25% , e sindrome metabolica, dal 24 al 28%. Si riduce fortunatamente l'abitudine al fumo, dal 31% al 24%, mentre nelle donne obesità, sindrome metabolica e diabete rimangono ai livelli, pur sempre alti, del '98, ovvero, rispettivamente 24, 22 e 8%».Le variazioni riguardano in modo particolare il livello socio-economico più basso, dove si raddoppiano i valori della prevalenza di diabete (16% nel livello socio-economico più basso, 6% in quello più elevato), sindrome metabolica (33% vs 17%), obesità (32% vs 19%), la prevalenza di ipertesi non trattati rimane alta (24% contro il 18%) e l'abitudine al fumo rimane elevata (23%). È stato possibile costruire funzioni di rischio specifiche per uomini e donne e per fasce di età 35-54 anni e 55-74 anni (età, pressione arteriosa sistolica, colesterolemia - compreso il ruolo protettivo del c-Hdl -abitudine al fumo e diabete). Sono in corso analisi di approfondimento per valutare il ruolo predittivo della glicemia considerata come fattore continuo.
Subclinical hypothyroidism and the risk of coronary heart disease and mortality. 2010
Rodondi N, den Elzen WP, Bauer DC, Cappola AR, Razvi S, Walsh JP, Asvold BO, Iervasi G, Imaizumi M, Collet TH, Bremner A, Maisonneuve P, Sgarbi JA, Khaw KT, Vanderpump MP, Newman AB, Cornuz J, Franklyn JA, Westendorp RG, Vittinghoff E, Gussekloo J; Thyroid Studies Collaboration.
JAMA. 2010 Sep 22;304(12):1365-74.
Collaborators (13)
Department of Ambulatory Care and Community Medicine, University of Lausanne, Bugnon 44, 1011 Lausanne, Switzerland. Nicolas.Rodondi@hospvd.ch
Abstract
CONTEXT: Data regarding the association between subclinical hypothyroidism and cardiovascular disease outcomes are conflicting among large prospective cohort studies. This might reflect differences in participants' age, sex, thyroid-stimulating hormone (TSH) levels, or preexisting cardiovascular disease.
OBJECTIVE: To assess the risks of coronary heart disease (CHD) and total mortality for adults with subclinical hypothyroidism.
DATA SOURCES AND STUDY SELECTION: The databases of MEDLINE and EMBASE (1950 to May 31, 2010) were searched without language restrictions for prospective cohort studies with baseline thyroid function and subsequent CHD events, CHD mortality, and total mortality. The reference lists of retrieved articles also were searched.
DATA EXTRACTION: Individual data on 55,287 participants with 542,494 person-years of follow-up between 1972 and 2007 were supplied from 11 prospective cohorts in the United States, Europe, Australia, Brazil, and Japan. The risk of CHD events was examined in 25,977 participants from 7 cohorts with available data. Euthyroidism was defined as a TSH level of 0.50 to 4.49 mIU/L. Subclinical hypothyroidism was defined as a TSH level of 4.5 to 19.9 mIU/L with normal thyroxine concentrations.
RESULTS: Among 55,287 adults, 3450 had subclinical hypothyroidism (6.2%) and 51,837 had euthyroidism. During follow-up, 9664 participants died (2168 of CHD), and 4470 participants had CHD events (among 7 studies). The risk of CHD events and CHD mortality increased with higher TSH concentrations. In age- and sex-adjusted analyses, the hazard ratio (HR) for CHD events was 1.00 (95% confidence interval [CI], 0.86-1.18) for a TSH level of 4.5 to 6.9 mIU/L (20.3 vs 20.3/1000 person-years for participants with euthyroidism), 1.17 (95% CI, 0.96-1.43) for a TSH level of 7.0 to 9.9 mIU/L (23.8/1000 person-years), and 1.89 (95% CI, 1.28-2.80) for a TSH level of 10 to 19.9 mIU/L (n = 70 events/235; 38.4/1000 person-years; P <.001 for trend). The corresponding HRs for CHD mortality were 1.09 (95% CI, 0.91-1.30; 5.3 vs 4.9/1000 person-years for participants with euthyroidism), 1.42 (95% CI, 1.03-1.95; 6.9/1000 person-years), and 1.58 (95% CI, 1.10-2.27, n = 28 deaths/333; 7.7/1000 person-years; P = .005 for trend). Total mortality was not increased among participants with subclinical hypothyroidism. Results were similar after further adjustment for traditional cardiovascular risk factors. Risks did not significantly differ by age, sex, or preexisting cardiovascular disease.
CONCLUSIONS: Subclinical hypothyroidism is associated with an increased risk of CHD events and CHD mortality in those with higher TSH levels, particularly in those with a TSH concentration of 10 mIU/L or greater.