Nefropatia cronica, più rischi con emoglobina alta
Nei pazienti con nefropatia cronica i più elevati livelli di emoglobina, target del trattamento con i farmaci stimolanti l'eritropoiesi (Esa), aumentano i rischi di ictus, ipertensione e trombosi dell'accesso vascolare e probabilmente anche di morte, eventi cardiovascolari severi e malattia renale terminale. I meccanismi sottesi al danno non sono ancora chiari: si raccomanda quindi di effettuare metanalisi sui dati individuali e studi sulle dosi prefissate degli Esa. Questi i risultati di una metanalisi eseguita sui risultati di 27 studi randomizzati (per un totale di 10.452 pazienti) che hanno valutato l'impiego di Esa nei soggetti nefropatici: sono stati inclusi trial in cui erano stati posti livelli target di emoglobina oppure trial che hanno confrontato Esa versus nessun trattamento o placebo. Il lavoro, con la prima firma di Suetonia C. Palmer del Brigham and Women's Hospital, Harvard Institute of Medicine di Boston, ha visto la partecipazione dei ricercatori del Consorzio Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro (Chieti) e dell'Istituto scientifico Casa sollievo dalla sofferenza di Foggia. L'analisi ha dimostrato che, rispetto ai target più bassi, i più elevati livelli target di emoglobina si associano a un aumento dei rischi di ictus (rischio relativo, Rr 1,51), di ipertensione (Rr 1,67), e di trombosi dell'accesso vascolare (Rr 1,33). Non sono emerse differenze statisticamente significative riguardo i rischi per la mortalità (Rr 1,09), gravi eventi cardiovascolari (Rr 1,15) o nefropatia allo stadio terminale (Rr 1,08) anche se le stime puntuali sono a favore di un target più basso di emoglobina. Gli effetti del trattamento sono simili in tutti i sottogruppi, compresi tutti gli stadi della nefropatia.
Ann Intern Med, 2010 May 3. [Epub ahead of print]