from the Press
Ivan Cavicchi, La complessità in medicina è un fatto. Ma come possiamo gestirla? QS 18 maggio 2014
Torniamo alle proposte:
· l’idea del super manager è certamente una semplificazione, i miei maestri l’avrebbero definita una “non soluzione” che ripropone esattamente ciò che la complessità mette in discussione, vale a dire l’illusione di governare la complessità con una leva archimedea, la creazione di un luogo fondamentale per conoscere e governare qualcosa di “eccentrico” cioè per sua natura senza un centro e con mille centri, la creazione di uno specialista ad hoc che sopravviene a medici epistemicamente invarianti ecc.
· L’idea di Cipomo sostanzialmente delimita la questione della complessità a come rendere sostenibili le cure, anche se la complessità oncologica non è solo un problema di gestione dei costi ma è anche ben altro
· Il clinical decision support system è una proposta che si riferisce (pur con dubbie metodologie) al clinico mettendogli a disposizione uno strumento per gestire meglio il malato.
E allora? Allora se è vero che dobbiamo complessificare il nostro pensiero per “governare” più che “gestire” la complessità del mondo bisognerebbe chiedersi come si complessifica il pensiero medico cioè come si riforma il suo storico riduzionismo clinico dal momento che l’idea di gestione clinica va ben oltre la clinica in quanto tale.
Ivan Cavicchi
GP opinion
Solo cambiando l'approccio alla malattia e la sua definizione si puo' affrontare in maniera adeguata la terapia del paziente reale (cambio di paradigma)
Tutte le soluzioni citate nell'articolo di Ivan Cavicchi prevedono l'accettazione della definizione di malattia a cui e' associata una cura secondo i principi della EBM.
In realta' da anni io sostengo che siccome i sintomi finali possono dipendere da diverse cause e una stessa causa puo' dare sintomi diversi in diversi organi l'unico approccio che permette di risolvere piu' malattie e' quello di trovarne le cause comuni.
Come esempio si puo' vedere la pagina sui dolori articolari da cui si comprende in maniera molto chiara come praticamente nessuna delle possibili cause venga corretta in maniera specifica dalle usuali terapie, che di fatto sono efficaci solo nel mascherare il sintomo dolore.
Questo approccio ridurrebbe fortemente le il numero dei farmaci "specifici" e probabilmente anche degli "specialisti" per le singole patologie, e di conseguenza le spese per i servizi sanitari e i profitti per le case farmaceutiche.
Una presentazione per non specialisti su questo tema e' quella che ho fatto nel 2009 al Convegno di Architettura dell'Informazione