Dementia
News (Medical)

Author: monica mangioni
Date: 04/03/2008

Description

HDL basso associato a scarsa memoria
Un basso livello di colesterolo HDL nella mezza età è associato ad una scarsa memoria, e potrebbe portare a demenza nelle fasi successive. Alcuni dati suggeriscono che la demenza stessa possa modificare i livelli lipidici, portando i soggetti che ne sono affetti a bassi livelli di colesterolo totale o LDL, e quindi l'esame degli effetti dei lipidi sulla cognizione dell'anziano potrebbe portare a risultati impuri. L'associazione fra livelli lipidici nella mezza età e demenza in età anziana appare robusta, benchè il livello lipidico preciso che potrebbe essere importante non è chiaro. Alcuni studi hanno implicato elevati livelli di LDL o colesterolo totale, mentre altri hanno implicato bassi livelli di HDL. Il colesterolo HDL è di importanza critica per la maturazione delle sinapsi ed il mantenimento della plasticità delle sinapsi; esso può influenzare la formazione dell'amiloide, la componente principale delle placche proteiche rilevate nel cervello dei pazienti con morbo di Alzheimer. E' stato anche dimostrato che bassi livelli di LDL sono associati ad un minor volume ippocampale. (Arterioscler Thromb Vasc Biol online 2008, pubblicato il 30/6)

Demenza, deficit folati triplica rischio
Il deficit di folati è stato associato al triplicamento del rischio di demenza nell'anziano, ma anche i soggetti con livelli bassi di folati sono esposti ad un rischio di demenza significativamente aumentato, anche se non si può parlare di un deficit vero e proprio. Il presente studio inoltre conferma che i cambiamenti fisici come la perdita di peso avvengono molto precocemente durante lo sviluppo della demenza, prima ancora della comparsa dei sintomi clinici, e potrebbero essere almeno in parte responsabili per le variazioni nei livelli di folati, vitamina B12 e omocisteina. In presenza di sospetta demenza, dunque, è molto importante valutare immediatamente salute fisica e status nutrizionale. ( J Neurol Neurosurg Psychiatry online 2008, pubblicato il 5/2 )

Obesità fattore di rischio per la demenza
L'obesità centrale nella mezza età, oltre ad aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e diabete, è anche un fattore di rischio indipendente di demenza, e ciò vale anche per i soggetti che non sono in sovrappeso. E' noto che il tessuto adiposo viscerale è metabolicamente attivo, e secerne ormoni e prodotti infiammatori che svolgono un ruolo in insulinoresistenza, diabete e malattie cardiovascolari, ma non era finora noto come influissero sul cervello. Tali sostanze, fra cui IL-6 e leptina, svolgono un ruolo nella funzionalità cognitiva: è stato dimostrato in studi su animali che la leptina attraversa la barriera ematoencefalica e potrebbe svolgere un ruolo nella neurodegenerazione, anche contribuendo alla deposizione del beta-amiloide. Benchè il grasso viscerale sia più attivo e tossico, comunque, è stato dimostrato che esso risponde bene a dieta ed esercizio, e di fatto lo fa meglio di altri tipi di grasso corporeo. (Neurology online 2008, pubblicato il 26/3)

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